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INTENZIONI S. MESSE

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La messa in suffragio dei defunti è una celebrazione religiosa che viene richiesta dai vivi a beneficio dei morti, pregando per loro affinché gli siano perdonati i peccati. La finalità della messa in suffragio dei defunti è dunque quella di ricordare la morte e la resurrezione di Gesù e, con essa, domandare l’espiazione dei peccati nostri e dei defunti.

In altri termini, attraverso la messa in suffragio dei defunti si cerca di intercedere affinché Dio possa cancellare i peccati compiuti in vita dai propri cari, in modo tale che questi possano raggiungere più velocemente il Paradiso.

A cosa serve la messa in suffragio per i defunti

Secondo la tradizione della religione cattolica, i defunti hanno necessità di qualcuno che preghi per loro, affinché l’anima possa raggiungere il Paradiso.

Come abbiamo avuto modo di anticipare qualche riga fa, questo è lo scopo della messa in suffragio. Ed è proprio per tale finalità che i familiari più stretti domandano al sacerdote di celebrare una messa con la quale domandare a Dio di accogliere al più presto l’anima del loro caro in Paradiso. Naturalmente, niente vieta che la messa in suffragio possa essere domandata dagli amici, dai colleghi e, più in generale, da tutte le persone che hanno a cuore il destino dell’anima del defunto.

Quando si chiede la messa in suffragio dei defunti?

Non c’è un momento preciso per domandare la messa in suffragio dei defunti, considerato che le persone superstite più care possono richiederla al sacerdote in ogni istante. Tuttavia, è buona prassi quella di chiedere la messa in suffragio dei defunti sia in occasione delle esequie funebri che in occasione di un anniversario della morte o, ancora prima, per il trigesimo, ovvero trascorsi 30 giorni dalla data del decesso di una persona.

LE NORME DELLA CHIESA Nella Parte I del Codice di Diritto Canonico, si tratta della Santissima Eucarestia al Titolo III. Vi sono alcuni canoni che riguardano L'offerta data per la celebrazione della Messa. Can. 945 - §1. “Secondo l'uso approvato della Chiesa, è lecito ad ogni sacerdote che celebra la Messa, ricevere l'offerta data affinché applichi la Messa secondo una determinata intenzione”. §2. “È vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la Messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta”. Can. 946 – “I fedeli che danno l'offerta perché la Messa venga celebrata secondo la loro intenzione, contribuiscono al bene della Chiesa, e mediante tale offerta partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere”. Can. 947 – “Dall'offerta delle Messe deve essere assolutamente tenuta lontana anche l'apparenza di contrattazione o di commercio”. Can. 948 – “Devono essere applicate Messe distinte secondo le intenzioni di coloro per i quali singolarmente l'offerta, anche se esigua, è stata data e accettata”. Seguono altre disposizioni particolari. Al can. 952 §1, è detto che “Spetta al concilio provinciale o alla riunione dei Vescovi della provincia definire per tutta la provincia, mediante decreto, quale sia l'offerta da dare per la celebrazione e l'applicazione della Messa”. Al can. 955 §4, viene ricordato che “Qualsiasi sacerdote deve annotare accuratamente le Messe che ha ricevuto da celebrare e quelle cui ha soddisfatto”. Poi, al can. 958 §1, è stabilito che “Il parroco come pure il rettore di una chiesa o di un altro luogo pio ove si è soliti ricevere offerte di Messe, abbiano un registro speciale, nel quale annotino accuratamente il numero delle Messe da celebrare, l'intenzione, l'offerta data e l'avvenuta celebrazione”.

Queste sono le norme della Chiesa circa l’antica e bella consuetudine dei fedeli di chiedere ai sacerdote di celebrare la Santa Messa secondo le proprie intenzioni, normalmente per uno o più fedeli defunti, facendo una offerta.

Normalmente, il parroco, celebra la Messa domenicale delle ore 11.00 con l'intenzione pro populo, cioè per il bene di tutta la comunità parrocchiale.

Tutte le altre Messe, festive e feriali, possono essere prenotate dai fedeli. Per farlo conviene recarsi in sacrestia, dove c'è il registro delle Messe, oppure nell’ufficio parrocchiale o anche telefonicamente o con una e mail.

In queste Messe, come previsto dalle norme liturgiche, il nome del defunto viene detto all'inizio della celebrazione, oppure nella preghiera dei fedeli. Questo viene fatto come concessione “affettiva”, ma non significa "appropriarsi" della Messa che è di tutta la Chiesa ed a beneficio di tutta la Chiesa. L'importante non è che venga detto il nome, ma che il sacerdote offra il Santo Sacrificio secondo l'intenzione richiesta.

 

LA MESSA PUÒ ESSERE APPLICATA PER INTENZIONI DIVERSE DA QUELLA DEL SUFFRAGIO PER I DEFUNTI?

Certo che si! I sacerdoti possono celebrare la Messa per intenzioni che non siano il suffragio dei defunti. 

Ogni volta che viene celebrata una Messa, ne derivano tre benefici: quello generale (per la Chiesa intera), quello ministeriale (per l’intenzione del sacerdote come ministro), e quello personale (per ogni fedele che vi partecipa, ciascuno a seconda della propria disposizione).

L’intenzione per cui il sacerdote accetta un’offerta non costituisce la propria intenzione personale ma la sua intenzione come sacerdote, cioè come ministro del sacrificio.
Quando un sacerdote accetta un’offerta per una Messa egli si impegna a celebrare quella  Messa secondo le intenzioni della persona che fa l’offerta.
In quella Messa, egli unisce la propria intenzione a quella della persona che ha fatto l’offerta della Messa.

Nella maggior parte dei casi, questa intenzione consiste nel raccomandare a Dio l’anima di una Persona defunta. Ma può anche essere per le intenzioni personali in favore dei vivi. In pratica qualsiasi giusta e pia richiesta può diventare oggetto di un’intenzione di Messa.

Nel Messale Romano, la Chiesa stessa fornisce alcuni esempi di possibili intenzioni oltre a quelle per i defunti.

  • Nelle cosiddette “Messe rituali”, solitamente l’intenzione del celebrante è per i battezzati, cresimati, sposati, ordinati, coloro che hanno ricevuto l’unzione degli infermi, hanno preso i voti, o ricevuto un ministero.

  • Inoltre, c’è anche l’amplio ventaglio di intenzioni che si trova nelle Messe per varie necessità. Queste Messe vengono offerte per la Chiesa, per il Papa o il vescovo locale, per un concilio o sinodo, per i sacerdoti o per il sacerdote celebrante stesso, per i ministri, per i laici, per gli anniversari di matrimonio, ordinazioni o professioni, per l’unità dei cristiani, per la riconciliazione, per i cristiani perseguitati e per i loro oppressori.

  • C’è poi un’ampia gamma di intenzioni per la società civile, per la patria, per le autorità civili, per la semina e il raccolto, per la pace e la giustizia in tempo di guerra. Varie intenzioni si riferiscono a fenomeni naturali come terremoti e tempeste.

  • Un’altra serie di intenzioni sono per la crescita nella vita cristiana, come quelle per il perdono dei peccati, per la castità, la carità, per una buona morte e per il ringraziamento.

  • Si celebra la Messa ancora per categorie di persone, come i familiari, le vocazioni consacrate, i prigionieri di guerra, i carcerati, i malati, i moribondi.

  • Come se non bastasse all’abbraccio universale del Sacrificio di Cristo, c’è una intenzione ‘jolly’ della Messa, cioè quella “per qualunque necessità”.

Il fatto che il Messale offre una selezione molto amplia di formule possibili costituisce la prova che la gamma di intenzioni per una Messa è davvero innumerevole. Cioè, possiamo chiedere praticamente qualsiasi cosa buona, sensata, giusta.

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